Gli errori di un samurai

Gli errori di un samuraiChe cosa avviene nel mondo del lavoro, e perché la letteratura ne parla così poco?
Uno degli aspetti più critici della nostra economia è l’avere affidato la direzione delle aziende a una sorta di confraternita, i cui appartenenti furono definiti, alcuni anni fa, “nuovi samurai”. Poiché la proprietà è diventata un concetto astratto, cambiando in continuazione in base agli eventi del mercato finanziario, non esiste più il controllo di chi è interessato al bene aziendale. Le aziende sono nelle mani di persone che perseguono propri fini, che spesso non coincidono per nulla con i possibili obiettivi aziendali. Sotto questi esseri umani potenti come divinità, lavorano i veri samurai, i piccoli dirigenti che aspirano anch’essi al potere assoluto. Per continuare a sperare, finiscono con il sacrificare tutta la loro esistenza al servizio dei propri signori.
Romanzo di redenzione, più che di formazione, “Gli errori di un Samurai” nella sua prima parte narra le vicende di un piccolo manager, Roberto Govoni, e della sua progressiva caduta in disgrazia, fino all’inevitabile licenziamento. Abituato a disporre delle persone, dipendenti o amanti che siano, in modo strumentale ai propri obiettivi, si trova a dovere fare i conti con l’incapacità di affrontare la vita fuori dal microcosmo aziendale.
Nella seconda parte del romanzo, “Un lavoro pulito”, Roberto cerca di sradicare da sé il ruolo del samurai aziendale, costruendo una nuova vita dalle macerie della precedente: una donna perduta e ritrovata, due figli che prima non conosceva e un cavallo selvaggio in cui scopre, riflessa come in uno specchio, la sua vera natura.

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